UN PALLIO PER SERVIRE
IL PAPA RICORDA AI NEO METROPOLITI LA FUNZIONE DI SERVIZIO NELLA CHIESA E NELLA SOCIETÀ
Di Edmondo Soave
Sabato 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, il Papa ha conferito il Pallio a tutti gli arcivescovi Metropoliti nominati nell’ultimo anno, tra cui mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano e Marsico Nuovo e Metropolita della provincia ecclesiastica della Basilicata.
La consegna è avvenuta nel corso della concelebrazione presieduta da Papa Francesco con tutti i nuovi Metropoliti ; e cioè, Mons. Carbonaro , mons. Riccardo Lamba di Udine , mons. Gherardo Gambelli di Firenze, mons. Biagio Colaianni arcivescovo di Campobasso-Boiano, mons. Giorgio Ferretti Foggia-Bovino.
Il pallio è un paramento liturgico particolare, costituito da una striscia di stoffa di lana bianca, a forma di Y, larga appena alcuni centimetri; simboleggia da un lato il particolare legame col Papa – e questo spiega la data del conferimento- e dall’altro la giurisdizione da parte del Metropolita sulle altre diocesi della stessa provincia ecclesiastica, che vengono per questo definite “suffraganee”, in qualche modo, cioè, dipendenti. In Basilicata esiste una sola provincia, il cui Metropolita è l’ Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano e Marsico Nuovo. Fino al 1976 il titolo spettava all’Ordinario di Acerenza, la diocesi più antica e prestigiosa della regione. Il passaggio a Potenza della sede metropolitana è avvenuto – non senza problemi e con aperte contestazioni ad Acerenza- quando, per esigenze oggettive, si è pensato nel dopo concilio di far coincidere le regioni ecclesiastiche con quelle civili.
L’autorità di cui gode il Metropolita è però – lo ha voluto ricordare il Papa – di tipo evangelico, cioè molto particolare e l’ha chiarito esplicitamente, durante l’angelus, ai fedeli convenuti in piazza San Pietro per la festa del Patrono :”l’autorità è un servizio – ha detto- e un’autorità che non è servizio è dittatura”, volendo mettere, evidentemente, in guardia da sempre possibili distorsioni. Durante l’omelia invece Francesco ha richiamato l’immagine della porta , con esplicito riferimento al prossimo giubileo, e allo stesso tempo ha ribadito il ruolo di servizio e quindi di grandi responsabilità dei “primati” delle province ecclesiastiche: “ I metropoliti – ha sottolineato- sono chiamati ad essere pastori zelanti, che aprono le porte del vangelo e che con il loro ministero contribuiscono a creare una Chiesa e una società dalle porte aperte”
In Passato il Pallio veniva imposto direttamente dal Papa, al termine della concelebrazione con i candidati all’altare della Confessione, in San Pietro, quasi una celebrazione privata insomma. Dal 2015 invece il rito è cambiato; è stato scisso in due fasi, anche abbastanza distanti tra loro : la consegna da parte del papa, come sempre in occasione della festività dei santi Pietro e Paolo, e l’imposizione vera e propria, in un secondo momento, da parte del Nunzio Apostolico che è il rappresentante pontificio in ogni Stato di provenienza del nuovo metropolita. La riforma è stata voluta proprio da papa Francesco, per favorire la partecipazione liturgica alla cerimonia sia del popolo di Dio che di tutti i vescovi suffraganei della provincia ecclesiastica. A mons. Carbonaro il Pallio sarà “imposto” in Cattedrale a Potenza il 30 ottobre, ricorrenza liturgica di san Gerardo, dal Nunzio Apostolico in Italia, mons. Petar Rajic.