SULLE VIE DELLA LEGALITÀ: L’ESPERIENZA IN SICILIA DEI RAGAZZI DELLA PARROCCHIA “SANTA MARIA DELLA SPERANZA”
Quest’anno come ragazzi dell’oratorio della parrocchia di Santa Maria della Speranza di Bucaletto abbiamo deciso di provare a vivere un’esperienza nuova e formativa nel periodo delle vacanze natalizie e per la precisione dal 1 al 5 Gennaio 2025. L’itinerario formativo che è stato scelto da Don Salvatore e suor Gabriella, ma anche da noi ragazzi, è stato quello della legalità, che ci ha portato a scegliere come meta la Sicilia. Il nostro obiettivo è stato quello di visitare i luoghi dove tanti uomini e donne hanno dato la vita per cambiare il mondo (Don Pino Puglisi, i giudici Falcone e Borsellino, Peppino Impastato) in una terra bellissima che è ancora sfregiata dalla mafia. Oltre a ripercorrere i passi di questi grandi personaggi, abbiamo anche potuto accedere al quartiere ZEN di Palermo, nel quale operano ancora oggi le suore di Maria Bambina presenti anche nel nostro territorio parrocchiale e a cui appartiene suor Gabry, che prima di arrivare a Potenza è stata proprio nel famoso quartiere palermitano. L’esperienza è stata fantastica e ora la racconteremo in dettaglio seguendo un ordine cronologico delle attività svolte.
GIORNO 1
Partenza da Potenza alle due. Viaggio in autobus e traghetto durato circa 9 ore. Arrivati a destinazione abbiamo lasciato le valigie nella nostra struttura e abbiamo cenato in centro. Dopo aver fatto una passeggiata ci siamo diretti in stanza per andare a dormire.
GIORNO 2
La giornata è iniziata alle 8. Dopo esserci preparati e aver fatto la preghiera mattutina, ci siamo diretti a Brancaccio per visitare il quartiere, la chiesa di Padre Puglisi, e la sua abitazione dove abbiamo appreso la sua storia. Don Pino Puglisi dedicò la sua vita all’educazione dei giovani, cercando di allontanarli dall’ influenza della mafia e denunciando le ingiustizie che accadevano. Rappresenta un esempio straordinario di coraggio, fede e dedizione al prossimo. La sua vita dimostra che il cambiamento è possibile anche nei contesti più difficili. La sua scelta di mettere i giovani al centro della sua missione, offrendo loro strumenti per costruire un futuro diverso, come centri educativi e sociali, è ammirevole. La sua storia dimostra che combattere il male con il bene è un atto di grande forza morale, che può ispirare ognuno di noi a fare la propria parte per un mondo più giusto.
Dopo la visita alla casa di don Pino Puglisi siamo tornati in centro abbiamo pranzato e verso le 16:30 ci siamo diretti a Monreale per visitare la cattedrale. Nella serata abbiamo poi mangiato e fatto un giro in centro.
GIORNO 3
La giornata è iniziata sempre alle 8, dopo esserci preparati e aver fatto la preghiera, ci siamo diretti a Danissinni in cui una suora del posto ci ha raccontato le difficoltà del quartiere e il suo abbandono da parte dello Stato. In questo quartiere le donne già madri e i bambini sono spesso protagonisti di una quotidianità difficile, segnata dalla povertà e dal degrado. Le strade, prive di adeguati spazi di socializzazione e sicurezza, diventano un luogo di vita per chi non ha alternative. Le madri, affrontano difficoltà economiche e sociali, mentre i bambini crescono in un contesto di emarginazione, spesso lontano dalle opportunità di sviluppo. I residenti stanno cercando di invertire la tendenza e già i primi frutti si vedono come delle stanze dedicate allo studio e alle attività dei bambini. Danissinni pur rappresentando una periferia dimenticata, è simbolo di speranza e di un possibile riscatto attraverso l’impegno comunitario, con l’intervento di frati e suore che attivamente partecipano a queste trasformazioni.
Per pranzo ci siamo diretti in un centro commerciale vicino lo ZEN, il quartiere che poi avremmo visitato nel pomeriggio. La visita è stata bella e toccante; le suore del posto ci hanno fatto fare un giro e spiegato la storia del quartiere. Appena entrati ci si accorge subito del degrado e delle gravi problematiche che sono presenti al suo interno.
Nonostante questo quartiere sia enorme, ho trovato molte cose in comune con Bucaletto come il degrado, l’abbandono scolastico e i trasporti non efficienti.
La vita nello ZEN è difficile, più di quanto si possa immaginare dopo una semplice visita. Però una cosa che è stata subito chiara è che nonostante tutto, all’interno del quartiere ci sono persone che desiderano e vogliono cambiare. Abbiamo conosciuto le suore che operano costantemente all’interno del quartiere per tutelare e aiutare i ragazzi e i bambini (con un gruppo abbiamo potuto anche giocare) che più di tutti vanno educati e indirizzati verso un futuro lontano e migliore rispetto ai loro genitori.
Alla fine della visita, abbiamo celebrato la messa nella cappella della casa delle suore. La sera abbiamo cenato in centro e abbiamo fatto qualche giro.
GIORNO 4
Dopo esserci svegliati alle 8, esserci preparati e aver fatto la preghiera ci siamo diretti a Ballarò, dove delle collaboratrici di un’associazione del posto ci hanno fatto fare un giro nel quartiere spiegandoci le difficoltà e spiegandoci anche le attività della loro associazione. Dopodiché ci siamo diretti al mercato per pranzare. Nel pomeriggio una parte del gruppo è rimasta in stanza mentre altri sono andati a visitare la cattedrale di Palermo. In serata siamo andati in un locale e poi ci siamo diretti in stanza.
GIORNO 5
La giornata è iniziata alle 7, dopo esserci preparati, ci siamo diretti in cattedrale per celebrare la messa. Dopodiché abbiamo preso il bus per dirigerci a Cinisi e visitare la casa di Peppino Impastato. Nasce in una famiglia mafiosa ma andrà contro il sistema e anche contro la sua famiglia tanto da creare una radio chiamata “radio Aut” dove fa nomi e cognomi di persone importanti in ambito mafioso. Questo gli costerà la vita. Tramortito e in fin di vita verrà legato ai binari di un treno e fatto esplodere con del tritolo.
Ascoltare la sua storia dalla voce della nipote e del fratello all’interno della casa museo ci ha fatto capire che una persona deve combattere per ciò in cui crede e se necessario andare contro tutti.
Ci ha fatto capire che, nonostante tutto, bisogna farsi ascoltare perché è importante esprimere le proprie opinioni per cercare di trasmettere un cambiamento nella società così da non farsi zittire da nessuno.
Quella di Cinisi è stata l’ultima tappa del nostro viaggio. Siamo partiti e dopo 8 ore di viaggio siamo arrivati a Potenza.
I ragazzi della parrocchia
Santa Maria della Speranza
Bucaletto
IL QUARTIERE DI BALLARO’ VISTO DA SUOR GABRIELLA
Il 4 gennaio il gruppo visita il quartiere storico di Ballarò guidato da operatori ed ospiti del centro San Francesco, opera don Calabria. Il titolo dato al percorso è: “Due facce della stessa medaglia”. Palermo è tante Palermo, le varie realtà che la costituiscono hanno tante sfumature, anche contrastanti. Ballarò (Balaarm) è il mercato con i suoi I colori, i suoi profumi di spezie che richiamano altri paesi, le sue “abbanniate” (richiami con filastrocche che vengono urlati a squarciagola). È i suoi palazzi meravigliosi, le sue torri storiche, è coloratissima con il pullulare di gente di tante etnie. È, contemporaneamente il degrado del territorio, la disperazione di chi vive ai crocicchi delle strade e di chi consuma la sua vita con il crack acquistato con ogni mezzo, compreso quello della vendita del proprio corpo. È lo spaccio di ogni droga e quasi ovunque. Ha vissuto e vive in maniera devastante il dramma della tratta delle donne nigeriane e non solo. Ora anche di uomini e ragazzi di ogni età. Eppure anche qui le risposte e la voglia di riscatto sono forti. La rete di associazioni SOS Ballarò e anche numerose altre realtà ridanno voce agli scarti: persone e porzioni di territorio abbandonato dalle istituzioni.
La sorpresa meravigliosa è che a guidarci nel nostro percorso sia Daniela, un’ospite di casa San Francesco, vittima di violenza e costretta ad un’esistenza ai margini. A lei come ad altri è stata offerta speranza di una vita nuova, un’opportunità di riscatto che già a sua volta desidera e si impegna a restituire ai territori e alle persone che li abitano, ma anche a noi. Con convinzione ci sprona a non lavarci mai le mani, ad impegnarci per conoscere le varie facce delle realtà e investire le nostre risorse a favore della comunità tutta. Ognuno può fare la propria parte, insieme si può fare tanto. Anche qui abbiamo sentito risuonare l’invito di padre Pino Puglisi: “Se ognuno fa qualcosa sì può fare tanto”.
Suor Gabriella