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“Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina” (Gv 5,7)

È il passo del vangelo che il Papa ha voluto fosse oggetto di meditazione della trentaduesima giornata mondiale del malato che come sempre si celebra l’11 febbraio festa della Madonna di Lourdes. Un passo che mette in evidenza allo stesso tempo da un lato la fragilità, il bisogno e la dipendenza fisica e psicologica del malato, e dall’altro la sua solitudine e a volte l’emarginazione di fatto dal contesto abituale in cui finisce per trovarsi.  Ma il Papa ha voluto anche contestualizzare il suo messaggio aggiungendo al passo del vangelo il richiamo “politico”: l’universalità e il diritto di accesso alle cure. E mons. Ligorio, attualmente Amministratore Apostolico della Diocesi in attesa di consegnare il pastorale al successore Padre Davide Carbonaro, ha voluto consegnare la sua riflessione sul diritto alla salute e alle cure ai fedeli, ai cittadini e ai candidati che si preparano a sfidarsi alle imminenti elezioni regionali, europee e amministrative in molti comuni, compreso il capoluogo di regione. Ed ha affidato ad un comunicato stampa le sue considerazioni. “In Basilicata il 25% dei pazienti affetti da patologie oncologiche ricorre a cure fuori dalla Regione. Per il tumore della mammella l’indice di fuga dalla Basilicata è addirittura del 40%. È un dato tremendo e terribile – ha sottolineato mons. Ligorio -; penso con dolore alle famiglie costrette a viaggi della speranza, perché non possono o non riescono a curarsi nella propria terra. Rivolgo un caldo invito perché in vista delle prossime elezioni regionali i candidati alla Presidenza si confrontino sui temi concreti che toccano la vita della gente, a partire proprio dai temi della salute, che è il primo e fondamentale diritto dei cittadini, specie dei più poveri, senza il quale evaporano tutti gli altri. Auspico che nessun malato oncologico venga messo in lista di attesa, e che il diritto alla salute venga garantito a tutti”. Un invito ed un auspicio che ha ripetuto poi più volte, ai microfoni delle TV l’11 febbraio dopo la celebrazione della messa nella Chiesa dell’ospedale san Carlo, dedicata proprio a San Giovanni Paolo secondo, il papa che ha istituito la giornata mondiale del malato ed ha fatto della sua sofferenza fisica uno strumento di evangelizzazione. Alla concelebrazione in ospedale, con don Mario Galasso Direttore della pastorale della salute, e don Mimmo Florio e don Massimiliano Scavone, hanno preso parte il personale sanitario, i molti volontari dediti all’assistenza e una folta schiera della sezione lucana dell’UNITALSI che al mondo della sofferenza dedica tutta la sua attività convogliandola due volte l’anno verso Lourdes.  Il Vescovo ha però voluto anche visitare il reparto di geriatria. Si è soffermato in tutte le camere, ha recitato con i degenti una preghiera ed ha impartito la benedizione. La questione dell’assistenza alla terza età è divenuta una questione essenziale per la Basilicata. Mons. Ligorio ha ricordato che – come rilevano tutte le indagini- oltre il 25% dei lucani ha un’età superiore ai 65 anni. Ed è quindi indispensabile che la regione si attrezzi per far fronte ai problemi che toccano una fascia così larga della popolazione.  E riprendendo il messaggio di Papa Francesco mons. Ligorio ha raccomandato a tutti di prendersi cura dei malati perché “la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza. Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni, di tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari –, col creato, con sé stesso”

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