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SAN GIANUARIO: TESTIMONE DI FEDE E LUCE PER LA COMUNITA’ DIOCESANA

“Oggi per noi è giorno di festa perché guardando san Genuario, riconosciamo in lui un padre e un fratello che ci insegna a spezzare le catene dell’odio, della competizione, dell’egoismo. Ci chiede di guardare il nostro piccolo cuore, dal quale possono scaturire decisioni di bene nei confronti del prossimo”. Lo ha detto l’Arcivescovo di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo Mons. Davide Carbonaro nell’omelia della Messa Pontificale in onore del vescovo e martire, patrono della città episcopale di Marsico Nuovo e della diocesi. Per la comunità valdagrina i solenni festeggiamenti in onore del Patrono sono un evento di profonda devozione e identità. Monsignor Carbonaro ha tracciato un parallelo tra il tedoforo, il portatore della fiaccola olimpica, e i martiri della fede, definendoli “Teofori”, portatori di Dio. San Gianuario, con la sua “luminosa testimonianza”, è uno di questi. “La sua memoria evangelica – ha ribadito – è viva e la sua corsa con la luce del Vangelo tra mani, giunge fino a noi”.

La storia di San Gianuario è radicata in una terra, la Lucania, che egli raggiunse dal Nord Africa. “Quanti – ha detto l’Arcivescovo nella sua omelia – oggi partono da quelle stesse terre e finiscono in mare o non vengono accolti” e riflettendo sulla figura del martire ha aggiunto:  “San Gianuario ci racconta di sé nella potenza evangelica del piccolo seme. Chiede alla Chiesa, di coltivare la piccolezza e la fragilità di questa nostra terra di Lucania con la forza inesauribile del Vangelo. In un mondo pieno di distrazioni, indifferenza, odio fratricida, disuguaglianza sociale, la Chiesa semina l’amore che è sempre garanzia della fraternità universale”.

“Oggi per noi – ha continuato – è giorno di festa perché guardando san Gianuario, riconosciamo in lui un padre e un fratello che ci insegna a spezzare le catene dell’odio, della competizione, dell’egoismo. Ci chiede di guardare il nostro piccolo cuore, dal quale possono scaturire decisioni di bene nei confronti del prossimo”.

Durante la Preghiera dei Fedeli l’Arcivescovo ha invitato a pregare per tutti quei popoli alle prese con la guerra. “Che ci sia davvero – ha ribadito – una escalation di pace”.

Significativa la consegna da parte di Monsignor Carbonaro, a nome anche del Comune, di una medaglia commemorativa ad alcuni fedeli originari di Marsico, ma residenti a Philadelphia nel Stati Uniti. Questo gesto ha sottolineato l’importanza delle radici che  trascendono le distanze geografiche e mantengono vivo il legame con la terra di origine.

Nel suo indirizzo di saluto, il parroco della cattedrale di Marsico Nuovo, don Michele Palumbo, ha sottolineato come San Gianuario, pur non essendo un santo dal “culto universalmente noto”, rappresenti per la comunità un segno di identità e affidamento. “La sua devozione – ha ricordato don Palumbo – è un richiamo alle radici cristiane della comunità, un patrimonio spirituale da custodire e trasmettere alle future generazioni.

Dopo la celebrazione eucaristica, l’Arcivescovo ha guidato la processione per le vie del paese, portando l’effigie del santo fino alla Chiesa di San Donato, dove ha impartito la solenne Benedizione.

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