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SAN GERARDO MAIELLA: UOMO DEL SÌ FEDELE A DIO E A NOI

“Mentre noi lo abbiamo scartato, Dio lo ha inviato: ‘A togliere di mezzo l’oppressione, il puntare il dito ed il parlare empio’.” Con queste parole, l’Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo monsignor Davide Carbonaro ha aperto la sua omelia in occasione della festa di San Gerardo Maiella, patrono della Basilicata, a Muro Lucano.

San Gerardo, ha sottolineato, è “figlio di quello scarto che la nostra umanità genera”. Malgrado fosse spesso rifiutato dalla società e persino dalla Chiesa, ha sempre risposto con un sì fedele a Dio e al prossimo. La sua vita, vissuta nella povertà e nella semplicità, lo ha reso un simbolo di speranza per tutti coloro che sono emarginati e dimenticati. “La sua fragilità ci appartiene, come anche la forza che nasce dal suo amore”, ha aggiunto l’Arcivescovo, invitando a riflettere su quanto abbia incarnato l’amore di Dio per i poveri e gli umili.

Un momento centrale dell’omelia è stato il richiamo al bullismo, un problema che il santo conosceva molto bene. “San Gerardo fu molte volte bullizzato anche dai suoi concittadini di Muro”. Questo tema è stato collegato alla situazione attuale di molti giovani che, iniziando la scuola, si trovano a dover affrontare pregiudizi e attacchi ingiusti. “La prima educazione comincia dal rispetto dell’altro che non è diverso da me, ma come me, portatore di diritti e di doveri”, ha detto esortando a coltivare il rispetto e la solidarietà, valori che San Gerardo ha incarnato nella sua vita.

La festa che ogni anno richiama migliaia di fedeli a Muro Lucano è un’occasione per celebrare la fede e la devozione verso il santo patrono della Basilicata. Le celebrazioni non solo ricordano la vita e le opere di San Gerardo, ma anche il suo messaggio di amore e servizio verso i più deboli. Un messaggio che risuona ancora oggi, come sottolineato dall’Arcivescovo, nella lotta contro il bullismo e nella costruzione di una società più giusta e solidale.

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