Pietà popolare: la mistica dei semplici
Le Chiese di Basilicata, quarant’anni fa, si ritrovarono già a riflettere su questo tema in
un Convegno che vide la partecipazione di delegati di tutte le diocesi lucane. Ora sia lo
scenario ecclesiale sia quello socio-culturale sono mutati. All’epoca si credeva che sulla
spinta delle mutate condizioni economiche, il modo popolare di esprimere la fede quasi
svanisse. E, invece le cose sono andate diversamente.
Basterebbe pensare alla folla innumerevole che partecipa ogni anno alle celebrazioni di
Viggiano, di Potenza, di Matera o di Tolve.
Non si tratta soltanto di una dimensione culturale o folcloristica della religiosità. Certo, è
mutato il modo di fare pellegrinaggio, come è mutato il modo di vivere la festa; ma di fatto
tutte queste persone si mettono in cammino proprio per venerare la Madre di Dio o figure
di santità che sono la migliore traduzione in lingua corrente del Vangelo del Signore!
Forse, siamo chiamati a fare nostro lo sguardo del Signore alla vista della folla così da
prenderci cura della domanda inespressa che c’è nel suo radunarsi in occasione delle
nostre feste o in altri momenti.
Secondo studi della sociologia delle religioni, fu proprio la frettolosa rinuncia alla
religiosità popolare a determinare il passaggio di milioni di cattolici latino-americani al
pentecostalismo protestante, che offriva loro i canti, i colori e i gesti che i critici della pietà
popolare andavano espungendo dalle chiese cattoliche. Del resto è sotto i nostri occhi il fenomeno del pullulare delle svariate sagre sorte nei nostri paesi in questi anni, con il rischio di una regressione a quei culti naturalistici che il cristianesimo era riuscito a soppiantare.
La dimensione della fraternità, della festa, della valorizzazione del territorio, sono aspetti che stanno prendendo sempre più piede nella coscienza di tanti.
E i cristiani? Non hanno più nulla da offrire? Come far sì che quella folla innumerevole possa trovare l’occasione per approfondire la sua fede?
I fatti dimostrano che le negligenze in questo campo hanno recato nella storia della
Chiesa tanti danni, soprattutto sotto forma di una profonda scristianizzazione delle masse
popolari dell’Europa occidentale. Oggi, in molti Paesi questo processo ha fatto progressi
vertiginosi, che interpellano la Chiesa a ricercare forme adeguate di pastorale popolare. La ricorrenza di san Gerardo offre l’occasione per tornare a riflettere in termini nuovi su un fenomeno che resiste ad ogni frettolosa (e a volte interessata) liquidazione.
Don Antonio Savone