OMELIA PER LA PASSIONE DEL SIGNORE

Dalla croce sta per sorgere l’uomo nuovo. La Chiesa ogni anno sosta davanti a questo segno di violenza e annientamento, trasformato nell’albero della vita, la sorgente medicinale della nostra salvezza. Quel legno di morte ci ricorda che gli inizi di Dio cominciano spesso dalle nostre fini. “Guardiamo dunque all’albero della croce perché germogli in noi la speranza” (Papa Francesco), la virtù umile e silenziosa che ci mantiene con i piedi per terra e ci mette in cammino. Le radici di quest’albero glorioso, ci portano direttamente nel cuore del Padre, le sue braccia sono memoria del Figlio che rinnova il creato, il suo capo lo Spirito donato per la rigenerazione dell’uomo. La liturgia del Venerdì santo, nel suo dispiegarsi sobrio e solenne nei gesti e nelle parole, ci conduce al suo vertice che è la croce esaltata e svelata. La croce che cammina in mezzo ai fedeli, portata dai ministri, presenta l’inesauribile forza pasquale di Gesù che passa ancora, beneficando e sanando coloro che sono sotto il potere del divisore. Tutto intero il racconto della passione giovannea, è intessuto della vittoria di Gesù che è glorificato nella sua ora. Rispetto ai vangeli sinottici che rispecchiano la trama sofferente dell’uomo dei dolori, il quale ben conosce il patire, che non lo cerca, ma lo accetta, Giovanni ci presenta una passione luminosa. Un Gesù già pasquale che nelle sue parole e nei suoi gesti, manifesta tutta la forza dell’amore donato che redime il dolore e la morte. Tutto comincia da ciò che è compiuto. Gesù non poteva dire e dare altro che se stesso. Comincia da qui una straordinaria sequela di uomini e di donne che attratti da quest’uomo trafitto e glorioso, apprendono come amare, come donare se stessi. Il cuore del Vangelo è qui, ed appare sorgivo dalla trama del Venerdì santo, crocevia delle nostre speranze impossibili. Sostiamo davanti al crocifisso, tocchiamo quel legno reso grande da colui che vi è appeso: il salvatore del mondo. Sentiamolo solidale con le nostre ferite e inquietudini, lui che ha conosciuto tutta l’ingiustizia del mondo, porta tra le sue mani coloro che, in ogni parte della terra sono segnati dall’ingiustizia e dalla violenza. Lui che non ha umiliato nessuno, sia consolazione a quanti sono umiliati dal potere, a quanti sono costretti all’abbandono delle loro terre, in fuga dalle loro case, migranti verso nazioni inospitali e giudicanti. Signore, sii la ricompensa al sangue degli innocenti ancora versato come il tuo, da coloro che giocano con le sorti dei poveri e disprezzano le fatiche degli ultimi. La tua sete sulla croce rimane l’unica sorgente di vita per chi spera in te e prosciuga le risorse disoneste di quanti si arricchiscono con la morte dei fratelli. Disarma Signore i nostri cuori, abbassa l’orgoglio di chi impone l’odio in nome della pace, tieni alto lo sguardo di chi apre orizzonti di futuro per questa umanità, senza rimanere prigioniero del calcolo e del confine. Semina nel cuore di uomini e donne il vangelo della misericordia, perché la tua croce sia bilancia di riscatto per i carcerati e gli esuli, per i rassegnati e i solitari, per gli scoraggiati e gli esclusi. Lo hai tanto amato questo mondo Signore, da donare tuo Figlio. Non abbandonare la famiglia umana per la quale Gesù ha steso le braccia sulla croce e ha donato lo Spirito di vita.