MONS. CARBONARO COMMEMORA LO STATISTA ALCIDE DE GASPERI A 70 ANNI DALLA MORTE
Per i 70 anni dalla morte di Alcide De Gasperi, l’Arcivescovo Carbonaro celebra una santa messa di suffragio presso la Cappella delle suore Discepole di Gesù Eucaristico in Via Dante, dove lo statista è ricordato nell’asilo che porta il suo nome e in un monumento commemorativo. Durante l’omelia l’Arcivescovo commentando il brano del giovane ricco ha ricordato come: “E’ bello il suo slancio verso Gesù. E come quello di tutti i giovani, pieno di sogni. Ma il suo sogno non corrisponde alla realtà: se ne va triste. Penso sia una delle sconfitte sul campo vissute da Gesù. Ma le parole scaturite da quella provocazione: ‘Vendi tutto dallo ai poveri poi vieni e seguimi’, hanno generato discepoli e santi. Spesso anche noi abbiamo sogni, ma non il coraggio di trasformarli in realtà. Quello che Gesù sta chiedendo al giovane, è di comprendere con l’intelligenza del cuore che il vero tesoro non sono le cose, ma le persone. Mentre Gesù chiede di passare dal fare al relazionarsi, il giovane percepisce che il suo agire non basta, ed è costretto da una profonda insoddisfazione. In fondo, non si accorge, che il rapporto con Dio non è fare delle cose per soddisfarlo, ma entrare in una relazione di amore con lui. Infatti, Gesù fissandolo lo amò. Lo ama per la sua inquietudine, per la domanda che porta nel cuore.
Raccogliendo le indicazioni della Parola di Dio, Mons. Carbonaro ha proseguito ricordando lo statista Ancide De Gasperi nel settantesimo anniversario della morte: “Un uomo evangelico che ha sognato ed insegnato a sognare con occhi spalancati. A lui si addice la beatitudine degli operatori di pace. Infatti, egli fu uomo pacificato e pacificatore. La sua generazione visse l’orribile baratro della guerra e ci ha insegnato a custodire il dono prezioso della pace. Dobbiamo profonda gratitudine ai nostri nonni ai nostri genitori che un po’ ci hanno protetto da quella tragedia, che generò divisione e povertà. Gratitudine per uomini come De Gasperi che ci hanno insegnato ad aprirci agli altri a pensare una Europa che è chiamata a condividere i valori della pace, così come il Vangelo li annunzia: nella condivisione, nell’attenzione all’altro, combattendo il terribile virus dell’indifferenza e dei nazionalismi che sono all’origine di piccoli e grandi conflitti”. Il grande statista ha proseguito l’Arcivescovo: “Riconobbe come efficace ‘l’universalismo’ dei valori cristiani che sono alla base della libertà e della democrazia. Ancora oggi in cui lo scenario internazionale ci presenta quella che papa Francesco chiama ‘guerra mondiale a pezzetti’, serve riscoprire le radici di quella prospettiva di pace che si è imposta in Europa dopo la seconda guerra mondiale grazie a De Gasperi, Monnet, Adenauer”.
De Gasperi, sottolinea Mons. Carbonaro: “Fu uomo politico e fece della politica, come ebbe ad affermare san Paolo VI ‘La forma più alta della carità’ dopo la preghiera. Infatti, nella preghiera riconosciamo la nostra precarietà, la nostra fragile condizione umana di creatura di fronte al Creatore”. Per questo: “La politica è carità disinteressata, che si prende cura dei figli e delle figlie del nostro popolo, senza interesse di parte, senza alimentare differenze, senza mettere in vendita il bene comune per i propri interessi. Quanto invece la politica oggi usa la precarietà come strumento per garantire il proprio potere e concedere come ‘grazia’ ciò che è diritto della cittadinanza”. Infine, l’Arcivescovo ha ricordato come durante il periodo in cui è stato parroco di Campitelli a Roma, ha avuto l’opportunità di conoscere ed ascoltare testimonianze su De Gasperi da parte di quanti lo hanno frequentato, come Mons. Carlo Cingolani figlio del Senatore Mario Cingolani tra i fondatori con Luigi Sturzo del Partito Popolare Italiano e di Angela Maria Guidi Cingolani, esponente della Democrazia Cristiana e prima donna a ricoprire la carica di sottosegretario di Stato nel governo italiano, oltre a essere stata una delle 21 donne elette all’Assemblea costituente italiana. Al termine dell’omelia Mons. Carbonaro ha auspicato come il sogno di De Gasperi che intravide “una umanità coesa ed una fratellanza universale, debba rispecchiare le scelti degli uomini e delle donne del nostro tempo”.
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