MESSAGGIO IN OCCASIONE DELLA COMMEMORIAZIONE DI PAOLO BORSELLINO E DELLE VITTIME DI VIOLENZA
La memoria ha una voce sottile. Non si impone, a volte ne percepisci solo la carezza. È un po’ come il sussurro del silenzio di cui parla l’autore biblico descrivendo la fuga di Elia dalla violenta Gezabele. Il Profeta scappa, perché ha capito che violenza chiama violenza. Dio, sul monte, chiede ad Elia di ascoltare il sussurro del silenzio, l’armonia originaria inscritta nel progetto del creato, prima che Caino alzasse la mano sul fratello Abele. La memoria ferma le nostre fughe, fissa un punto dove è possibile arrestare la mano omicida. Troppo volte continuiamo a dire mai più. Eppure, l’odio violento è sotto gli occhi di tutti. Si insinua nelle pieghe del nostro quotidiano e siamo a rischio assuefazione. La memoria è necessaria, ci risveglia e ci accompagna, ci scuote e ci istruisce.
Ieri mi trovavo in un campo della Protezione Civile a Savoia di Lucania con un gruppo di ragazzi e ragazze. Ho chiesto loro se hanno fatto esperienza della paura. La risposta è scontata: chi di noi non ne è rimasto paralizzato. Allora ho ancora chiesto, se la paura si vince da soli. La risposta è stata: insieme! Già insieme! Non ci salviamo da soli, ci salviamo insieme. Questo Falcone e Borsellino lo avevano compreso. La paura isola, ma l’amore che unisce è più grande della morte. Solo così possiamo capire il gesto di Gesù, di Giuseppe e Nicola, della nostra piccola Elisa; che cioè, la vita degli altri si salva, anche a costo della propria. Ecco perché i loro nomi e i nomi di tutte le vittime della violenza saranno per sempre, perché nome di Dio è amore.
Senza memoria non ci sarà la pace che stiamo chiedendo con Papa Francesco per l’Ucraina, il Medio Oriente, l’Africa, per le centinaia di guerre avvolte dal silenzio. Davanti a questo assordante rumore dell’odio che spesso si impone con arroganza e presunzione, mi soffermo in preghiera su una affermazione della liturgia che dichiara: “La ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono”. L’uomo di ieri di oggi e di domani conosce la strada, basta sceglierla.
+Davide Carbonaro O.M.D.
Arcivescovo Metropolita
di Potenza Muro Lucano Marsico Nuovo