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LE SUGGESTIONI DI TRIESTE

La democrazia non consiste solo nella tecnica elettorale e nell’architettura istituzionale ma si fonda e si rigenera attraverso la partecipazione attiva dei cittadini e delle forme sociali. É segno di grande consapevolezza che le Settimane Sociali dei cattolici in Italia di Trieste siano state dedicate al tema della democrazia. Anche l’Arcidiocesi di Potenza-Muro lucano-Marsico Nuovo ha partecipato ha questo grande momento di confronto con tre delegati dell’ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro, fra cui una giovane. L’evento ha visto in apertura l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha richiamato l’unità europea e il riconoscimento del ruolo dei cattolici evidenziando, citando Dossetti, il Vescovo Bernareggi, Don Milani e Gonella, che la maggioranza non è mai senza limiti mettendo in guardia i presenti dall’assolutismo di Stato e da un’autorità potenzialmente prevaricatrice. Mentre il Presidente della Cei, Cardinale Matteo Zuppi ha parlato nella sua introduzione di un paese per tutti, di democrazia inclusiva, di farsi artigiani di democrazia, senza rivendicare privilegi, servitori del bene comune. Gli stimoli dati dalle tante relazioni e le buone pratiche emerse dai tavoli di lavoro che hanno visto i delegati protagonisti della metodologia applicata, che ha rappresentato una significativa sperimentazione di ascolto e dialogo sociale, dovranno essere uno stimolo anche per la nostra comunità locale di fronte alle tante sfide: politica, economica, ambientale, migratoria, tecnologica.

La costituzione del consiglio pastorale diocesano, messo in atto da Mons. Salvatore Ligorio e che sta per riprendere i propri lavori sotto la guida di Mons. Davide Carbonaro, e le significative esperienze di progettazione partecipata rappresentano di fatto già uno dei frutti maturi del cammino sinodale e del confronto con la comunità ed i rappresentanti istituzionali. Anche la nostra diocesi, come la società italiana, sta cambiando profondamente mettendo a dura prova i luoghi della partecipazione. Per uscire dalla crisi bisogna recuperare la costitutiva dimensione relazionale della vita cittadina e riconoscere il vincolo che ci lega gli uni con gli altri. I cattolici potentini dovranno contribuire a ricostruire una cornice di senso per collegare periferie e città, economia locale e sviluppo del turismo, storie consolidate e nuove classi dirigenti. La democrazia a livello locale e nazionale ha bisogno di “prossimità”, le suggestioni di Trieste devono vivificare quell’esercizio di affiancamento alle comunità e ai territori, che spesso si sentono smarriti, nell’esercizio dei loro diritti e di conseguenza, nella rappresentanza politica. Ricordando le parole di Aldo Moro per cui lo Stato è democratico se a servizio dell’uomo, Papa Francesco ha sottolineato, infatti, come la democrazia è tale se ci sono le condizioni per esprimersi e partecipare. La partecipazione, ha affermato il Papa, non si improvvisa: si impara da ragazzi, da giovani, e va ‘allenata’, anche al senso critico rispetto alle tentazioni ideologiche e populistichepromuovendo un dialogo fecondo con la comunità civile e con le istituzioni politiche perché, illuminandoci a vicenda e liberandoci dalle scorie dell’ideologia, possiamo avviare una riflessione comune in special modo sui temi legati alla vita umana e alla dignità della persona.

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