Incontro alla tenda degli invisibili
Mons. Ligorio presterà la sua voce agli “invisibili” che stazionano, a turno, nella tenda piantata, ormai da quasi un anno, nel parcheggio davanti alla regione, nella speranza di essere notati dagli uomini del Palazzo.
Ha promesso che riferirà personalmente al Presidente Bardi sulla condizione di vita e di lavoro che ha ascoltato nel corso dell’incontro avuto ieri sera, proprio nella “tenda”, con una ventina di rappresentanti della “platea di 1800 persone” che lavorano, alcuni addirittura da una quindicina di anni, senza contratto, senza diritti né assicurazione sociale.
Sono i reduci TIS e RMI, persone dei tirocini della inclusione sociale e del reddito minimo di inserimento, entrate a far parte in un progetto regionale in funzione di uno sbocco lavorativo vero, che però non c’è finora stato.
Nel corso degli anni, una proroga dopo l’altra, sono stati semplicemente “aggregati per prestazioni sociali agevolate “in quasi tutti i 131 comuni lucani e nelle scuole sopperendo alle mille necessità degli enti pubblici ma con un reddito di pura assistenza e forse nemmeno di sussistenza di appena 550 euro al mese.
“Mi pare di essere venuto nella povertà di Betlemme – ha detto mons. Ligorio – e cioè in una delle periferie esistenziali della Basilicata, bisognosa del necessario proprio come nel luogo di nascita di Gesù”. E si è detto sconcertato per la storia paradossale raccontata da Antonella, una ragazza di 18 anni, figlia di Franco Marino, morto a 51 anni per un incidente sul lavoro a Pignola, nel 2020, ma rimasto invisibile anche per l’INPS, perché privo di regolare contratto e quindi della necessaria copertura assicurativa.
L’ Arcivescovo ha incoraggiato i suoi interlocutori a “far sentire la propria voce, e a reclamare i diritti legati al lavoro senza i quali non viene rispettata la dignità della persona”, soprattutto ora che, in vista delle elezioni, si stanno “affilando le armi”; una espressione, quest’ultima, che mons. Ligorio ha usato per la seconda volta in pochi giorni, preoccupato, come si è detto, che si parli più di persone che di programmi, più di potere che di servizio per risollevare le sorti della regione.
Dopo aver ascoltato la proposta di “stabilizzazione” presentata dai sindacati, ha annunciato di farla sua, “non prometto nulla- ha detto – ma sarò portavoce col Presidente. Una risposta positiva sarebbe un bel segnale non solo per voi ma per tutta la regione”.
L’Arcivescovo ha voluto concludere l’incontro recitando insieme il “Padre nostro”, la preghiera che ricorda la fraternità e il comune destino degli uomini, ed ha salutato i suoi interlocutori parlando della nuova evangelizzazione di papa Francesco, che lega necessariamente la fede alla promozione umana: “non c’è carità senza giustizia”, ha concluso.
I sindacati hanno annunciato di aver ricevuto una convocazione da parte della regione per il 9 gennaio, per affrontare la questione dei 1800, finora “invisibili lavoratori senza contratto”. Mons. Ligorio nel frattempo riferirà al presidente Bardi dell’incontro avuto alla vigilia di Natale col presidio della tenda.
E, dopo l’incontro di quale giorno fa con i sindacati, domani 22 dicembre l’Arcivescovo incontrerà anche tutte le associazioni datoriali, cioè gli imprenditori. coloro che per vocazione e professione hanno il compito di creare lavoro in una terra che da sempre ne patisce la carenza.
L’appuntamento è per le ore 10, presso la sede della con commercio nel quartiere di Bocaletto, altro luogo simbolo non solo di Potenza ma di tutta la regione.
Potenza, 21 dicembre 2023