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BALVANO 1944 : LA TRADGEDIA E LA MEMORIA

“Fare memoria” di un fatto storico – ancora di più quando ha registrato centinaia di vittime, come la sciagura ferroviaria avvenuta a Balvano (Potenza) nella notte tra il 2 e il 3 marzo 1944, sulla linea ferroviaria Battipaglia-Potenza – è doveroso anche per il cristiano.
Lo ha detto l’arcivescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, all’omelia della Santa Messa celebrata nella chiesa di Santa Maria Assunta del paese il 3 marzo scorso.
Monsignor Ligorio ha parlato ad una platea che, forse per la prima volta, raccoglieva tutti coloro che in qualche modo hanno o hanno avuto un rapporto con l’incidente, che è il più grave (e il più “originale”) della storia italiana. Erano presenti, infatti, oltre al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, e ad alcuni assessori regionali, i sindaci di numerosi comuni lucani e campani, i parenti o i discendenti di molte delle vittime di quella notte, autorità civili e militari, a cominciare dal questore di Potenza, Giuseppe Ferrari.
A molti è stata consegnata la riproduzione di un quadro che rievoca la tragedia, uscito vincitore da un concorso a tema svoltosi lo scorso anno. La Messa ha preceduto una visita al cimitero di Balvano, dove i discendenti di una delle vittime hanno fatto costruire alcuni decenni fa una cappella che ospita i resti di tanti morti (in un primo tempo, le sepolture avvennero in fosse comuni). Altri due momenti della due giorni di iniziative promossi dal Comune di Balvano a 80 anni esatti dalla sciagura sono stati l’inaugurazione, da parte del sindaco di Balbano, Ezio Di Carlo, di una targa vicino alla “galleria delle armi” – teatro della sciagura, dove un lungo treno si fermò e il carbone, di cattiva qualità, sprigionò un fumo che asfissiò circa 600 viaggiatori -e un convegno a cui – il 2 marzo – hanno partecipato scrittori e studiosi che si sono occupati della tragedia.

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