LO SGUARDO DELLA NORMALITA’

“Dio ha voluto che lo sguardo dell’uomo fosse la sola cosa che non può nascondere” (Alessandro Dumas padre).
Lo sguardo sono occhi che esprimono un sentimento dopo aver guardato qualcuno, un paesaggio, l’infinito progredire della luce di un sorriso, le braccia che descrivono un amore. E dopo aver guardato intensamente. Accade quando qualcuno, un paesaggio, la luce di un sorriso, il tratto dell’aria tracciato da un braccio ci vengono incontro e ci fissano, qualche volta volendo diventare nostri. Noi ci fermiamo e attratti ci stupiamo ogni volta con una gioia che è solo nostra e confessiamo mentre sguardiamo. Tutto questo è sguardo, il nostro solo sguardo.
Ma ciò accade solo se mentre guardiamo scoppia una magia e nasce una relazione con l’altro, con una cosa e anche con un sole che non impallidisce. Lo sguardo se non impressiona una relazione che sguardo è. Relazione significa che tra me e l’altro, tra me e il profumo della pioggia prima che cada, tra me e un orizzonte si crea una comprensione che non può durare un istante. Deve durare perché crei effetti non solo per noi. La relazione ha l’urgenza di essere curata, perciò. Parole uscite dalle dita mentre sento, vedo, ricordo lo sguardo di Papa Francesco, il suo passo, le sue braccia che accompagnano le sue parole. “Siate pastori con l’odore delle pecore”. Ha detto. E’ normale? Certo che sì perché è normale conoscere, non solo i pastori, una stalla, farsi prendere dall’odore acre delle pecore o delle vacche, un odore che diventa profumo di natura, quella che si offre all’uomo per essere curata. Ed è normale prendersi cura del creato? Certo che sì. Abbiamo il compito assegnato di sentire la meraviglia di abitarla. La natura non è un posto da visitare, è casa nostra. Infatti non possiamo “considerare la natura come qualcosa separato da noi o come una mera cornice della nostra vita” . Questo vale nell’economia e nella politica, nelle diverse culture, in particolar modo in quelle più minacciate, e persino in ogni momento della nostra vita quotidiana. “Se tutto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana: ogni lesione della solidarietà e dell’amicizia civica provoca danni ambientali” . Per questo “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”. Ci ricorda fortemente Francesco nella “Laudato si’” . Insomma questa casa, questa terra ce la dobbiamo meritare. E’ normale come è normale che un uomo diventato Papa, abiti in una casa normale, vada a cambiare gli occhiali, telefoni ad un amico, dialoghi con un giornalista che incontra in mezzo alla strada perché lo ha visto più volte accompagnarlo nei suoi viaggi. Ed è normale che il primo viaggio di Francesco sia stato a Lampedusa per benedire i migranti annegati nel Mediterraneo. Ed è normale gridare la pace ad ogni istante. Ed è normale pensare e mettersi sempre dalla parte degli ultimi. Ed è normale visitando i carcerati anche in queste ore “Potevo stare al posto vostro” offrendo il massimo della solidarietà e della comprensione. Ed è normale far fermare l’auto per baciare un paraplegico o prendere in braccio un bambino o rispondere alle domande di una ragazza o riconoscere tra la folla una vecchina che gli porta ogni giorno i fiori gialli che manda a prendere per posarli sull’altare del Madonna a lui cara che abita in Santa Maria Maggiore. Ed è normale chiedere di essere seppellito in quella Chiesa in un angolo e senza fronzoli e di lasciare quanto serve per farlo. Mi ha detto un giorno un amico: “Vuoi sapere che cosa è azzardato? E’ azzardata la normalità, è azzardato riabituarci ai tornanti dei giorni e salirli senza accorciarli, è azzardato sapere, assolutamente sapere che le frasi fatte, le parole dette tanto per dire ci tolgono mente e cuore”. Ho imparato in queste ore che Francesco ci lascia lo scandalo e l’azzardo della normalità e che a tutti noi tocca prendere gli abiti dell’umiltà che ci ha lasciato in dote. Sono consumati, e non sono firmati. Dobbiamo finirli di consumare inginocchiandoci. Ma è normale. Ce li lascia, e non dobbiamo dimenticarlo mai, un uomo venuto da un Meridione, diventato Papa, tanto normale da essere straordinario.
Paolo Albano