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MESSAGGIO ALLE CLARISSE DI POTENZA E ALLE FRATERNITÀ FRANCESCANE

L’esempio di Chiara attrae Francesco, quello di Francesco attrae Chiara. Chi dei due è all’origine di questa attrazione. Cristo Gesù. Colui che elevato da terra attira tutti a sé (Cf Gv 12,32). La vocazione cristiana è storia di attrazione. Ancora oggi, in santa Chiara e in san Francesco, vediamo vivo il Vangelo. Ciò che attrae in loro è la misura alta del Signore. Più volte mi sono domandato: Cosa rimane quando abbiamo lasciato tutto? Rimane Cristo in noi, povero e nudo, come il crocifisso che impegnò lo sguardo e il cuore di Chiara e Francesco, nelle fredde notti presso la piccola chiesetta di San Damiano. Mi colpisce la storia sul “privilegio dell’assoluta povertà”. La nostra Santa chiede alla Chiesa di confermare questo suo carisma. Il Pontefice offre l’assenso verbale, ma lo consegnerà per iscritto solo due giorni prima della morte di Chiara. Non c’era bisogno di regola sulla povertà, finché era in vita, perché in lei risplendeva il Vangelo vivo, su cui era edificata la comunità delle sorelle. Mi convinco sempre più, che i carismi dei nostri Fondatori sono unici e irripetibili. Noi continuiamo a specchiare dentro quella statura le nostre esistenze. Ci separano ormai ottocento anni dal dono delle stimmate a san Francesco. Fu una ferita intima che assimilò il poverello di Assisi al suo Maestro e Signore. Come Maria ai piedi della Croce anche Chiara fu testimone di quelle ferite d’amore: le fasciò e ne conservò la memoria. Anche noi sostiamo davanti al Crocifisso Risorto, in questo giorno in cui celebriamo il beato transito di Santa Chiara. Lei che spese la vita possedendo unicamente sorella povertà, ci insegni a rimettere le nostre vite nelle mani di Gesù. Chiediamo a lei di fermare le guerre: quelle che insanguinano la terra, sottraendo il dono della pace; e quelle che dividono il cuore di uomini e donne della porta accanto, alimentando le divisioni. Dolcissima Madre Chiara, con le tue sorelle hai bussato tante porte di Assisi per chiedere il miracolo della carità, bussa ancora presso le nostre famiglie, le nostre istituzioni, per chiedere il dono della fraternità, della solidarietà e della pace. Risplenda nella Chiesa del nostro tempo il primato di Cristo che è all’origine di ogni cammino di speranza. L’esempio di santa Chiara, ci renda docili alla Parola che salva, perché attratti dall’amore del Verbo Incarnato, anche noi rendiamo lode con la nostra vita e con tutte le creature: “All’onnipotente bon Signore”.

Solennità di Santa Chiara di Assisi

+ Davide Carbonaro O.M.D.

    Arcivescovo Metropolita di

                                                         Potenza Muro Lucano Marsico Nuovo

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