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MESSAGGIO AI DIACONI E AGLI ASPIRANTI AL DIACONATO DELLE CHIESE DI BASILICATA E ALLE LORO FAMIGLIE

Carissimi figli e figlie.
Questi giorni di ritiro vi permettono di mettere a fuoco la vostra vocazione di servitori della Carità di Cristo. Lo spazio della preghiera e dell’ascolto della Parola del Signore, ci indica il luogo da dove si origina e cresce il nostro servizio alla Chiesa e ai fratelli. Con profonda gratitudine mi rivolgo a voi e alle vostre famiglie per il tempo che dedicate alla formazione umana e cristiana. Questo nostro tempo, ci vede raccolti come i discepoli del Signore, sulla stessa barca che è la Chiesa.
Le pagine che ascolteremo nella XII Domenica del Tempo Ordinario, ci offrono alcune coordinate che stabiliscono una straordinaria contemporaneità con il nostro vissuto. Mi fa tanta tenerezza ogni volta ascoltare l’espressione con cui Marco riferisce l’agire dei discepoli. Presero Gesù sulla barca così come era: Affaticato, carico di una giornata nella quale, i suoi gesti e le sue parole, avevano avvicinato Dio all’uomo e l’uomo a Dio. Affermazione straordinaria dell’umanità di Gesù, ma che lascia percepire la sua divinità. Tanto che, non cessa di sgorgare dal cuore degli ascoltatori e degli stessi discepoli, la domanda che sta al vertice del Vangelo di Marco: Chi è costui? Chi è costui che dorme e si risveglia? Il racconto marciano anticipa l’evento della Pasqua, che darà risposta ai discepoli e a noi sull’identità del Maestro.
Ma basta saper chi è Gesù? Dove ci porta il racconto di Marco? Gesù svegliato, mette a tacere il vento e il mare e ci rimprovera per la mancanza di fede. Non succede così nella nostra vita? Quante volte abbiamo gridato nelle nostre tempeste, quante volte abbiamo pregato e il vento non si è fermato, il mare non si è placato! Il Vangelo non ci dice che, se credi, tutto si calma. Afferma piuttosto che, se credi, tutto continua, anche la prova, ma con la consapevolezza che comunque Gesù c’è, così come è. Siamo sulla stessa barca! A volte l’unica soluzione sarà quella di metterci a dormire accanto a lui. E scopriremo, come con lui, le tempeste che prima ci agitavano, dopo ci culleranno.
Giunga a tutti il mio personale saluto e la gratitudine ai vostri formatori, abbiate Cristo servo obbediente del Padre davanti ai vostri occhi e nel vostro cuore, così da rendere attraente con gesti e parole, la maternità della Chiesa.

Dev.mo in Cristo
+Davide Carbonaro O.M.D.
Arcivescovo Metropolita
di Potenza Muro Lucano Marsico Nuovo

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