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Le guerre dei potenti e la passione degli innocenti

Le immagini di guerra riversate dalle TV ci accompagnano ormai quasi ad ogni ora del giorno: tante, violente, brutali. Provengono dai troppi conflitti di questa “guerra mondiale a pezzi”, come l’ha definita, inascoltato, papa Francesco: Ucraina, Palestina, Libano, Mar rosso. Da tutte immagini di morte, e tutte eguali: palazzi incurvati, abitazioni squarciate, auto accartocciate, strade dissestate. E la gente, le persone che si muovono (quando possono) come fantasmi tra tante rovine, sotto minaccia di droni, bombe, missili, lanciarazzi e mezzi corazzati. Uomini e donne dai volti smarriti, terrorizzati ed impotenti; e i pianti dei bambini, atterriti e affamati, costretti a pagare un prezzo spropositato al naturale desiderio di vita.

 E noi dall’altra parte dello schermo, a rischio di assuefazione al peggio, a chiederci “ma possibile che non esista modo di fermare una mostruosità del genere? Che le diplomazie del mondo siano paralizzate dalle armi al punto da apparire rassegnate?” Papa Francesco non si stanca di implorare pace appellandosi alla responsabilità dei potenti della terra, ma continuando anche a mobilitare i credenti perché facciano ricorso al potere, misterioso ma reale, della preghiera invocando la mano di Dio.

Nella zona pastorale di Muro Lucano la coscienza cristiana si è mobilitata – in occasione del secondo anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina-  anche fisicamente: i parroci di Bella, Baragiano, Muro Lucano, Balvano e Castelgrande hanno insieme all’Azione cattolica delle singole parrocchie, dato appuntamento a tutti , credenti e non, a Bella per portare allo scoperto  e rendere visibile per le strade  del paese  il desiderio di pace e lo sconcerto per le guerre di ogni colore e di ogni pretesa; e per invocare insieme il dono della pace.

 Ad aprire il corteo mons. Ligorio e i suoi parroci, affiancati dai sindaci dei cinque comuni promotori, con tanto di fascia tricolore, ad indicare non solo la partecipazione personale ma anche il rispettivo ruolo istituzionale, di rappresentanti delle comunità di provenienza. A seguire, una quantità incredibile di gente, bambini, ragazzi e famiglie delle Parrocchie di Muro Lucano, Castelgrande, Balvano, Bella, S. Cataldo, Serra di Pepe e Baragiano che hanno pregato per la pace nel mondo, con invocazioni e meditazioni preparate dai gruppi di catechismo. “Un fiume di pace ha invaso la nostra comunità”, ha commentato il parroco di Bella, don Ovidio Duarte, così soddisfatto della partecipazione popolare su una questione così decisiva, da parafrasare il passo di Matteo (17,1-9) sulla trasfigurazione di Gesù:” è bello per noi essere qui!”.

 Don Ovidio è originario del Paraguay e si porta dentro quasi naturalmente uno spirito missionario che tenta di infondere nelle attività pastorali.  Per questo ha voluto dare alla marcia un respiro planetario, globale, proprio perché la pace per i cristiani è un bene primario e universale, un bisogno naturale che tocca tutti.  E così lungo il tragitto, il corteo ha sostato più volte   – quasi stazioni di una via crucis ecumenica e umana – ed ogni volta una riflessione su uno dei tanti conflitti che sconvolgono i continenti. Alla fine una corona di palloncini colorati, tanti quanti i grani del rosario che voleva simboleggiare, si è levata verso il cielo, raffigurazione eloquente dell’invocazione a Dio perché risani la follia degli uomini.

 Poi tutti in chiesa, intorno all’altare, per la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo che all’omelia si appellato ai genitori, perché trasmettano ai loro piccoli, una cultura di pace nella speranza che da adulti vivano in un mondo migliore di quello ricevuto in eredità.

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