LA MISSIONE DI DON ROCCO PIRO
Pignola in lutto per la scomparsa del suo storico parroco: don Rocco Piro si è spento in ospedale, al san Carlo di Potenza, lunedì 6 marzo , all’età di 99 anni, compiuti nel gennaio scorso. In paese praticamente da quando è stato ordinato sacerdote è stato un punto di riferimento per generazioni, anche quando aveva lasciato, per l’età avanzata, la responsabilità della parrocchia. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali l’8 marzo, con una concelebrazione presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Ligorio.
Figlio di un fabbro di Pignola, don Rocco era nato il 30 gennaio del 1924: famiglia numerosa, la sua, come era abbastanza frequente allora – ben 13 figli – ha respirato in casa un clima di religiosità semplice e sincera che lo ha poi guidato per tutta la vita. Lo stesso clima che probabilmente ha favorito la sua precoce vocazione al sacerdozio, concretizzata però dopo non poche traversie, dovute soprattutto alla guerra.
In seminario a Potenza, ad 11 anni (era il 1935) per le scuole medie e ginnasiali, poi il passaggio al seminario maggiore interregionale di Salerno, proprio l’anno dell’ingresso in guerra dell’Italia, nel 1940. E lì poté restarci solo il tempo del liceo, quando dovette comunque insieme a tutti gli altri seminaristi tornare a casa, per l’epidemia di tifo che si era diffusa. Ma il peggio doveva ancora venire; dopo l’8 settembre, gli Alleati bombardano pesantemente Potenza e i paesi vicini e il giovane seminarista, insieme ai suoi coetanei, si prodiga per offrire assistenza ai feriti e agli sfollati che a Pignola trovavano riparo nelle gallerie della ferrovia calabro-lucane o nei casolari di campagna. In paese oggi i più anziani raccontano ancora di quando , (ricordano che era il 25 settembre del ’43) Rocco Piro salì a piedi a Rifreddo per riferire al comando canadese che era ormai inutile continuare a bombardare Potenza e dintorni, che non c’era più nessuna resistenza tedesca da snidare. E forse proprio mentre infuriava ancora la guerra il giovane seminarista, di fronte alla paurosa miseria circostante, si sarà chiesto se non fosse più urgente provare a percorrere una strada alternativa per rispondere ai bisogni dei poveri. E si iscrisse alla facoltà di medicina a Bari che frequentò come poté. Ma il progetto rimase in piedi solo due anni. A guerra ormai conclusa, nell’ottobre del ’45 rientra in seminario a Salerno per concludere gli studi che portano al sacerdozio, con quattro anni di teologia.
L’ordinazione a Pignola, il 25 giugno del 1949 per le mani di mons. Augusto Bertazzoni, il vescovo che non disdegnava di visitare le parrocchie della sua diocesi anche a dorso di mulo. Don Rocco aveva 25 anni. La prima messa ovviamente nel suo paese, il giorno dopo. E da allora Pignola fu la sua missione, con una predilezione esplicita per i giovani, che ha incontrato anche come insegnante di religione al liceo scientifico Galilei di Potenza, e per le famiglie in difficoltà che visitava con discrezione.
Generazioni di Pignolesi hanno avuto don Rocco non solo come parroco, ma anche come confidente ed amico nei momenti bui: un testimone del Risorto che lui riusciva a far intravedere anche ai suoi interlocutori.